Le icone di Stefania Santi alla LUIG

Un incontro davvero fecondo e unico quello con Stefania Santi, artista specializzata in icone, al corso Una città come mito 3, diretto dal professor Marco Testi alla LUIG di Villa Adriana. Testi, creatore di mostre rimaste nella storia del genere, come quella su Ettore Roesler Franz o sugli acquarellisti di Otto e Novecento a Villa d’Este, che hanno conosciuto picchi di presenze, e del volume tradotto anche in inglese che dà il titolo al suo corso (Una città come mito, Chicca ed, 2000), mette in rilievo, da esperto dei rapporti letteratura-arte-cultura, come Tivoli, il Latium Vetus e la Sabina abbiano conosciuto una lunga storia di rapporti, scambi, guerre ma anche di capolavori dell’arte e della letteratura. 

Lo fa attraverso tre elementi: la lezione frontale, con proiezione di diapositive; l’apporto di scrittori, artisti, poeti che abbiano fatto i conti con il territorio; visite guidate, che stanno riscuotendo una notevole partecipazione, anche perché permettono l’ingresso in zone altrimenti chiuse alle visite, come è accaduto recentemente presso la chiesa di san Biagio o più indietro nel tempo per un gioiello unico dell’abbazia di Farfa. 

Nel corso di queste visite si sono ammirate icone di grande bellezza con storie particolari e il professor Testi ha dedicato alcune lezioni ai misteri dell’icona come ritorno e rinuncia apparente all’arte mimetica, anche attraverso comparazioni con la letteratura russa e bizantina e con la filosofia e la metafisica orientale. Ed ecco il motivo della presenza di Stefania Santi, che ha spiegato le tecniche di composizione, il percorso umano e religioso alla base della scelta artistica, portando con sé molte sue opere e soprattutto materiali, tra cui terre e colori naturali e non chimici. 

Ne è scaturita una atmosfera unica, in cui il pensiero orientale, la tentazione iconoclasta, l’arte occidentale, la letteratura tesa al ritorno all’essere e gli studi dei grandi esperti di iconografia spiegati dal professore si sono fusi con l’affascinante rivelazione dei perché della scelta dell’icona, le difficoltà, i riti, le preghiere, la complessa preparazione delle tavole da parte dell’artista. 

Una giornata davvero speciale che ha lasciato profonde impressioni nei presenti, alcuni dei quali sono a loro volta artisti e studiosi d’arte e che ha favorito l’inizio di una lunga serie di domande cui il docente cercherà di rispondere anche attraverso visite appositamente organizzate: la prossima, prevista per il 12 maggio, sarà nella magica atmosfera di san Giovanni in Argentella, presso Palombara. Non sarà riservata solo agli iscritti al corso del professor Testi, ma aperta agli esterni, dietro prenotazione e iscrizione con pagamento di una quota di partecipazione.