Francesco Guccini è uno tra i più rappresentativi e popolari cantautori italiani; è anche scrittore, attore, autore di colonne sonore e di fumetti. I testi delle sue canzoni sono considerati componimenti poetici che costituiscono materia di insegnamento nelle scuole come esempio di poeta contemporaneo. Qualche anno fa ha scritto un libro, che poi ha avuto un seguito, il Dizionario delle cose perdute. Con un poco di nostalgia, ma soprattutto con la poesia e l’ironia della sua prosa, posa il suo sguardo sornione su oggetti, situazioni, emozioni di un passato che è di ciascuno di noi, ma che rischia di andare perduto, sepolto nella soffitta del tempo. Il libro è un viaggio nella vita di ieri per scoprire che l’archeologia di noi stessi ci commuove, ci diverte, parla di come siamo diventati. Leggendo il libro ho fatto anch’io un viaggio nella memoria, rendendomi conto di quante cose siano cambiate nell’arco di pochi anni. Per ogni argomento trattato, ho cercato di ripescare i miei ricordi personali e ho pensato di scriverli, corredati di immagini per trasmetterli anche a voi.
a cura di Luciano Gozzi
La “pillola” che vi proponiamo oggi è un racconto curato da Luciano Gozzi per i suoi nipotini e donato alla LUIG per far “ritrovare” – o scoprire – ai nostri lettori una raccolta di oggetti smarriti nel vortice del tempo. Ci sono parole che basta nominare per riaprire le porte di mondi passati; è necessario che queste parole vengano ripetute e narrate non solo perché magari non esistono più, ma soprattutto perché con il tempo anche il solo ricordo rischia di scomparire. In veste di nonno, il nostro Presidente ha voluto selezionare quelle “parole” e raccontarne le relative storie, dando vita a un racconto altamente autobiografico, un percorso di crescita per i bambini che si affacciano al mondo e un piacevole album dei ricordi da sfogliare per chi quel “mondo” lo ha già vissuto. Per accompagnare la lettura, non potevamo che rendere omaggio a Guccini offrendovi l’ascolto delle sue canzoni.
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