LUIG plus • 16 marzo 2020

Le epidemie sono una costante della storia umana: si verificano in tutte le epoche, e il progresso socio-sanitario ha un potere di contrastarle soltanto marginale. La prima opera scritta della tradizione occidentale, l’Iliade, si apre proprio con una pestilenza, e nel corso dei secoli il racconto storico e le riflessioni morali sulle epidemie sono diventate un vero topos letterario a cui partecipano autori diversi come Tucidide, Lucrezio, Boccaccio, Manzoni e molti altri. Nella modernità, tuttavia, le epidemie sono state oggetto dell’attenzione degli storici anche in quanto sintomi o concause di grandi trasformazioni sociali, ed è in questa doppia luce che le analizzeremo brevemente. 
a cura di Gabriele Aleandri, docente di Storia

La “pillola” di oggi è stata curata dal nostro docente di Storia Gabriele Aleandri che, facendo ricorso alle fonti storiche più celebri, ci racconta l’effetto delle epidemie sulla società. Per approfondire i contenuti dell’articolo abbiamo selezionato anche alcuni autori che nel corso della storia hanno raccontato i contagi e i loro effetti. In particolare la scelta è caduta sui brani di Tucidide, testimone della peste di Atene del 430 a.C., Procopio che ha assistito ai contagi avvenuti durante il VI secolo nel corso della guerra greco-gotica, e infine Manzoni acuto narratore postumo della “calamità” che aveva colpito Milano nel 1630.

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Cliccando sui volti di Tucidide, Procopio e Manzoni potrete leggere le pagine dedicate alla descrizione delle epidemie citate nell’articolo.

Tucidide • La Guerra del Peloponneso - II, 49-58

Procopio • Guerra Gotica - II, 20

Manzoni • I Promessi Sposi - capitolo XXXI