LUIG plus • 2 aprile 2020

Le festività della Pasqua stanno arrivando, quest’anno però saranno vissute senza dubbio con un’atmosfera particolare; il tempo sembra infatti essere sospeso, questo non significa però dover necessariamente rinunciare alle tradizioni pasquali. Chi ha la fortuna di condividere la quarantena con la propri cari potrà avere il conforto di radunarsi – seppur in numero spesso ridotto – durante il pranzo di Pasqua intorno a una tavola ricca di amore e imbandita con un menù speciale.
Gli antipasti rappresentano il preludio ad un pranzo speciale, un modo per rompere il ghiaccio e gustare qualcosa si succulento, sorseggiando bollicine. Sulla gran parte delle tavole pasquali non può mancare la coratella d’abbacchio coi carciofi, un piatto dai sapori forti ma equilibrati, un piatto di velocissima preparazione. La coratella può essere cucinata anche da sola ma da queste parti e in questo periodo in cui i carciofi romaneschi sono al massimo del loro splendore, si cucina con i carciofi ed il giorno di pasquetta si accompagna solitamente insieme alla pizza cresciuta e al salame. Un piatto tipico pasquale – e non solo – della cucina tradizionale tiburtina e che unisce gli elementi simbolo della cucina romanesca: abbacchio e carciofi.

La “pillola” che vi proponiamo oggi è curata da Carla Persichetti, nostra docente del corso di Cucina e Cesarina di Tivoli. Dopo averci deliziato con la ricetta del lesso alla Picchiapò, Carla ci propone un’altra tipica ricetta del nostro territorio: la coratella d’agnello con i carciofi. Prima di cimentarvi nella ricetta date uno sguardo alla curiosa leggenda in dialetto romanesco che lega la nascita di questo piatto questo piatto al burrascoso rapporto Michelangelo e il papa Giulio II.

Adesso non resta che svelarvi la ricetta, leggetela cliccando qui.

Questa poesia del giornalista Luciano Folgore, che scriveva sotto lo pseudonimo di Omero Vecchi, celebra la coratella.