La LUIG ormai da diversi anni propone eventi e iniziative volto a recuperare il patrimonio di conoscenze legato alle erbe spontanee, approfondendo la conoscenza delle specie già note e scoprendone delle altre, sia in aula che direttamente nei campi grazie alla preziosa collaborazione del nostro presidente Luciano Gozzi e della dott.ssa Anna Dominici. Dopo aver parlato del luppolo, la “pillola” di oggi è dedicata all’ortica. Un nome che suscita, in chi abbia avuto modo di conoscerla direttamente o attraverso le narrazioni, una diffidenza profonda e l’infondata convinzione di decisa incompatibilità con l’uso in cucina. Tale opinione è smentita, invece, da numerose ricette che la vedono impiegata come ingrediente per risotti, zuppe, pesti, polpette e frittate. Di certo il suo nome deriva dal latino urere che significa bruciare e infatti al minimo contatto con la pelle i suoi peli urticanti producono fastidiose irritazioni. Già poco dopo che l’ortica è stata raccolta l’effetto pruriginoso svanisce ed è in questo preciso momento che la diffidenza può lasciare spazio alla voglia di scoprirne le qualità e gli utilizzi.
L’ortica è una delle erbe selvatiche più utilizzate per la preparazione di pietanze sia per il suo sapore delicato sia per la ricchezza di sostanze nutritive. Per il medico greco Dioscoride il decotto di semi di Ortica aveva un’azione afrodisiaca. In molte tradizioni popolari appartenenti a tutta l’Europa centrale, si crede che una pianta di ortica allontani i fulmini se gettata nel focolare. Altre credenze popolari sostengono che portare con sé una pianta di ortica allontani influssi negativi.
Oggi vi proponiamo una breve scheda per conoscerla meglio e, soprattutto, ben una serie di ricette per gustarla! Per scoprire i segreti dell’ortica, clicca qui.