LUIG plus • 23 marzo 2020

Tivoli, inaugurazione del traforo nel monte Catillo
La gestione delle acque urbane sembrerebbe essere prevalentemente una questione sotterranea; nella gran parte dei casi il sottosuolo gioca, infatti, un ruolo fondamentale per l’adduzione e la distribuzione dell’acqua. Ciò non può dirsi di Tivoli, città che ha fatto del suo fiume non solo una fonte di approvvigionamento ma anche uno strumento da “modellare” allo scopo di creare meraviglie artistiche. L’acqua è parte integrante del patrimonio culturale della città perché è intorno ad essa che si sono sviluppate le prime forme di aggregazione comunitaria e, in una condizione di organizzazione urbana avanzata, è stata protagonista dello sviluppo di interi settori del territorio (ne sono mirabile testimonianza Villa Gregoriana e Villa d’Este). Non è un caso che le prime tracce umane di cui si abbia attestazione nel territorio tiburtino si pongano in rapporto con il fiume Aniene. Il legame tra la città e l’acqua non è però limitato soltanto alle sue origini ma prosegue per tutta la sua storia come evidenziato nell’articolo che vi proponiamo.

La “pillola” di oggi è stata curata da Valeria Roggi che ci offre una riflessione sul ruolo che l’acqua ha ricoperto  nella storia della città di Tivoli. Questo contributo è stato sviluppato nell’ambito del progetto di alternanza scuola lavoro Tiburis Itinera rivolto agli alunni del Liceo Classico di Tivoli che ha coinvolto anche la Libera Università Igino Giordani. Obiettivo del progetto è stata la costruzione di itinerari turistici sostenibili in grado di consentire una più completa fruizione dei beni monumentali, artistici, archeologici e naturalistici presenti sul territorio tiburtino; tra gli itinerari individuati c’è anche quello dell’acqua, elemento fondamentale per la ricostruzione della storia urbana di Tivoli.

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