Riprendiamoci il futuro
Storie di disagio nel periodo della pandemia
La prima pubblicazione della neonata Libera Editrice Tiburtina è di luglio 2022 ed ha riguardato una raccolta di racconti del vissuto di vari autori (alcuni con grave disabilità) durante il periodo del lockdown e delle restrizioni dovute dal covid-19.
Il Progetto del libro «Riprendiamoci il futuro» nasce a dicembre del 2020 dall’iniziativa del Comitato di Quartiere di Villa Adriana (Tivoli), del Circolo Culturale Prenestino Roberto Simeoni di Palestrina e della Cooperativa Nuove Risposte di Roma, di pubblicare un libro che raccolga appunto storie di vita di persone durante la pandemia, soprattutto di quelle più fragili, giovani, con disabilità o che hanno vissuto in situazioni di esclusione sociale.
Alle realtà associative indicate (il Comitato Organizzatore) si sono successivamente aggiunte altre associazioni:
ColtiviAmolavita-ODV – Tivoli; Centrodiurno “La Locomotiva” – Tivoli; Sempre di Corsa – Tivoli; Caffè Corretto – Cave; Dimensione Donna – Cave, Senza Frontiere – Palestrina, L’Allegra Brigata – Palestrina.
E gli Istituti comprensivi: Tivoli IV-Vincenzo Pacifici Villa Adriana – Tivoli; “Via Matteotti 11” – Cave
La Libera Editrice Tiburtina ha aderito con convinzione la progetto ed ha fornito il supporto tecnico e logistico della pubblicazione. I racconti pubblicati hanno un ordine casuale e, in linea di massima, non si è voluto intervenire su nessuno di essi con delle revisioni linguistiche esterne per lasciare il più possibile le testimonianze così come sono state raccolte.
Chiunque fosse in teressato all’acquiso del volume può inviare una mail a
segreteria@luig.it
Riportiamo le prefazioni del volume elaborate dalle Associazioni promotrici.
Obiettivo del Progetto
Obiettivo del progetto è quello di sensibilizzare le Istituzioni (Regione, Comuni, Asl), le famiglie, le associazioni di volontariato e la cittadinanza sulle diverse situazioni di disagio che le persone, soprattutto quelle più fragili, hanno vissuto durante il periodo della pandemia da Covid-19, attraverso testimonianze dirette e indirette.
Il volume non vuole essere solo la raccolta di testimonianze di vita al tempo del covid, ma si pone anche la finalità di sollecitare le Istituzioni, soprattutto con riferimento alle persone portatrici di disabilità, ad un maggior impegno verso la piena applicazione delle legge 112/2016, meglio conosciuta come “durante e dopo di noi”, anche a seguito dell’emanazione da parte della Regione Lazio della “Modifica e integrazione della Deliberazione di Giunta regionale 25 luglio 2017, n. 454 “Linee guida operative regionali per le finalità della legge n. 112 del 22 giugno 2016 “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare” e del Decreto Interministeriale del 23/11/2016 di attuazione”.
Abbiamo voluto anche accendere un faro sulla vita nelle carceri attraverso la testimonianza di chi il carcere lo ha conosciuto.
Come nasce il Progetto
Il periodo della pandemia, iniziato a febbraio 2020, è stato un momento critico per la nostra esistenza in cui siamo stati messi a dura prova: dai contatti limitati, allo spazio vitale, limitato alla casa nel periodo del confinamento totale, al doversi reinventare il tempo di vita. Ma sicuramente è la casa, trasformata nel nostro micromondo, che ci è diventata più famigliare, facendoci scoprire nuovi spazi, o riscoprire antiche abitudine, dimenticate nel tempo. E poi il tempo, da rioganizzare, magari da dedicare a impegni nuovi o dimenticati, a causa del “logorio della vita moderna” dovuto al nostro modo di vivere frenetico: la lettura di un libro, la conferenza in streaming, l’ascolto di un brano musicale, quando non lo spazio sia temporale che fisico da dedicare all’attività lavorativa da casa e per gli studenti alle lezioni on line. E se questo micromondo è stato percepito come un impedimento alla propria vita per una persona “normodotata”, dobbiamo pensare a cosa sia stato per una persona con disabilità o anche ristretta in carcere!
Alle persone coinvolte è stato chiesto di lasciare una traccia del loro vissuto al tempo della pandemia attraverso la produzione di racconti, disegni, fotografie e ogni altra forma comunicativa venisse ritenuta utile a comunicare emozioni e pensieri, reali o di fantasia.
L’idea della raccolta di racconti nasce anche da un’abitudine forse dimenticata: quello della scrittura, che invece il tempo sospeso dal covid ci ha fatto ritrovare o scoprire per la prima volta.
Per qualcuno può essere stato una felice scoperta: la scrittura come un modo per tirare fuori pensieri quando non sentimenti e paure certamente diversi dal passato pre-epidemico, non fosse che la morte era diventata una variabile impazzita del nostro quotidiano. Per qualcuno lo scrivere può anche essere stato un modo per elaborare il lutto di una persona cara.
Se ci pensiamo, tutti avremmo qualcosa da raccontare di questo periodo unico della nostra vita. Un po’ come i nostri genitori e nonni ricordavano il tempo della guerra.
Questa iniziativa nasce anche dal ritenere che il periodo che abbiamo attraversato entrerà nella storia del nostro Paese e chiunque in futuro, sfogliando questa raccolta, potrà sentirsi parte di una storia comune e ritrovare in queste pagine la storia delle generazioni passate.
Con il libro si vuole anche lanciare un messaggio forte. Evitare che la pandemia, una volta che sia stata debellata, finisca nel dimenticatoio o rimanga solo nella memoria di chi l’ha subita.
Il progetto “Riprendiamoci il Futuro” intende procedere alla pubblicazione e divulgazione delle storie che sono pervenute, oltre a servire da traino ad una sensibilizzazione per affrontare con più dinamismo il problema delle conseguenze della pandemia sulle persone, con particolare attenzione alle persone più fragili sul territori tiburtino-prenestino, afferente la ASL RM5, al momento, ma nulla vieta che si possano coinvolgere altre realtà della Regione Lazio.
Alla fine del percorso, verranno organizzati una serie di eventi, iniziando con un convegno “itinerante” nel territorio, dove chiameremo tutti gli attori interessati (Istituzioni, Associazioni, Esperti, Cittadini) a partecipare con idee e progetti concreti per cercare di risolvere le varie problematiche che, sebbene già presenti prima della pandemia, con il suo diffondersi si sono ulteriormente aggravate.
Il Comitato Organizzatore, partendo dall’esperienza attuale di isolamento sociale necessaria ad evitare i contagi del virus Covid 19 e sue varianti, e raccogliendo sul proprio territorio le storie di cittadini che vedono peggiorare la loro qualità di vita, alcuni rischiando atti di forte impatto sociale e bisogno di sostegno istituzionale, vuole tentare attraverso la pubblicazione e gli incontri che ne scaturiranno, di ricucire il tessuto partecipativo e solidale della comunità territoriale interessata attraverso uno strumento divulgativo come un testo sulle buone prassi che un territorio può realizzare.
Questo momento fortemente critico per l’umanità intera porta infatti dall’altra parte, all’emergere di nuove iniziative, di nuovi progetti, di nuove modalità di comunicazione e scambio tra le persone. L’assenza di momenti aggregativi tanto utili alla salute e benessere psichico dell’essere umano, con le possibili conseguenze di depressione e ansia che incominciano già oggi ad essere riferite ad un aumento di psicofarmaci e richieste di intervento in psichiatria, può essere contrastata e compensata dallo sforzo di alcuni, come i Comitati di quartiere, le parrocchie, le Associazioni, le Cooperative e i servizi territoriali, in una parola l’area del Terzo Settore, per realizzare tutti insieme alternative soddisfacenti che possano mitigare gli effetti dell’isolamento sociale.
Nello Paolacci (Per il Comitato di Quartiere di Villa Adriana – Tivoli)
Rita di Biase (Per il Circolo Culturale Prenestino “Roberto Simeoni” Palestrina)
Elisa Paris (Per la Coop “Nuove risposte” – Roma Coop. Sociale Onlus a r.l. – Roma)