Fu il cardinale Giulio Roma, vescovo di Tivoli dal 1634 al 1652 a volere la costruzione del Seminario. Fatta demolire l’antica Collegiata di San Paolo, nonostante la generale ostilità dei residenti, nel 1644 vennero gettate le fondamenta del grande palazzo; al costo di 50 mila scudi – versati dal cardinale – i lavori terminarono nel 1647. Da quel momento l’edificio continuò ad accogliere seminaristi per circa tre secoli, fu il secondo conflitto mondiale a determinare la chiusura definitiva del Seminario. Tuttavia le stanze del seicentesco palazzo non rimasero vuote a lungo.
Nel 1944, dopo l’occupazione di Tivoli da parte degli Alleati, per concessione del vescovo Della Vedova presero dimora nel Seminario l’Asilo Taddei e l’oratorio di Don Nello. Il 1955 è l’anno in cui il Seminario aprì le porte alla Scuola Media Statale Albio Tibullo, i cui studenti erano stati costretti a lasciare i locali di fortuna del Convitto Nazionale sottoposto a lavori di ristrutturazione dopo i gravi danni bellici. Il Seminario continuò a ospitare i giovani studenti tiburtini fino al 1977 quando l’Albo Tibullo lasciò i suoi locali per trasferirsi in una nuova sede.
Nel settembre del 2014 la campanella torna a suonare al Seminario. Dopo quasi trent’anni nuovi studenti iniziano ad affollare le stanze del seicentesco edificio generosamente concesso alla Libera Università Igino Giordani dal vescovo Mauro Parmeggiani. Oggi la struttura ospita le attività della LUIG e, grazie a ciò, torna ad aprirsi ai tanti tiburtini che puntualmente rispondono agli eventi organizzati negli spazi del primo piano dell’edificio messi a disposizione dalla Curia per lo svolgimento dei corsi e delle iniziative che si susseguono durante l’anno.
Introduzione tratta dalla mostra-progetto “Storie del Seminario” (2017)
Ciak si gira!
Le aule vuote, i lunghi corridoi e gli arredi usurati – rimasti celati dietro il grande portone di accesso dopo il trasferimento della scuola Albio Tubullo – nel corso degli anni hanno colpito la fantasia di alcuni registi che hanno scelto il Seminario come ambientazione per le loro pellicole.
Già nel 1980 il Seminario fa la sua comparsa nelle sale cinematografiche scelto da Carlo Verdone come uno
dei seggi elettorali per il film “Bianco Rosso e Verdone”. Mentre nel 1991 non solo il palazzo ma anche la piazza antistante diventeranno il set del film “Io speriamo che me la cavo”; per l’occasione il Seminario torna ad essere una scuola media, titolata pero a Edmondo De Amicis.
Osservando le scene girate tra aule e i corridoi è possibile immaginare la vita quotidiana dei tanti studenti tiburtini che questo luogo ha accolto, per questo vogliamo condividere questo breve filmato che raccoglie alcune scene dei film citati.
La “carriera cinematografica” del Seminario non si è arrestata di certo agli anni Ottanta, anche recentemente il palazzo è stato utilizzato come location per film e serie tv. Ci aiutate a ricordare quali sono?