
L’importanza che la cultura ebraica attribuisce alla musica discenderebbe dal divieto religioso di raffigurare immagini sacre, per evitare il rischio di idolatria. L’impossibilità di dedicarsi alle arti figurative avrebbe spinto gli ebrei a concentrare il proprio genio artistico sulla musica che diviene così componente essenziale della preghiera, di ogni momento comunitario rivolto a Dio. Una caratteristica della musica ebraica è il costante e ambivalente rapporto con le culture dei paesi della diaspora; essa, infatti, è in continua tensione fra la spinta a integrarsi nella cultura del paese che li ospitava e la necessità di mantenere in vita la propria identità. La musica sefardita è caratterizzata da un carattere transnazionale in cui si è riversata la particolare attitudine a combinare la specificità degli elementi musicali ebraici con gli emisferi sonori del mondo arabo e della musica rinascimentale europea. La musica klezmer e canzone yiddish sono invece l’espressione musicale dell’altra grande entità sociale e culturale ebraica, quella ashkenazita.
Le melodie di cui proponiamo l’ascolto appartengono al canto popolare yiddish e alla musica klezmer, un termine derivante dalle parole ebraiche “kley” e “zemer” che si riferiscono agli strumenti musicali (violino ed archi in genere e clarinetto) con cui si suonava la musica tradizionale degli Ebrei dell’est europeo a partire all’incirca dal XVI secolo.

Alle soglie dell’età moderna, gli ebrei che vivevano ai confini orientali dell’Europa erano un’esigua minoranza di poche migliaia di individui, ma verso la metà del secolo scorso, prima che la violenza nazista li sterminasse quasi interamente, i circa sette milioni di ebrei che vivevano nell’Europa orientale rappresentavano la parte più consistente della diaspora. La storia della loro presenza nelle terre dell’Est europeo ha influito in maniera decisiva sulla sopravvivenza degli ebrei nel continente. Le numerose espulsioni del XV e XVI secolo avevano praticamente cancellato le comunità ebraiche dall’Europa occidentale, mentre nelle regioni centrali la loro esistenza era continuamente minacciata in un costante processo di assimilazione e dispersione. Nelle terre polacche, lituane, russe, la storia ebraica conobbe una nuova fioritura e un diverso destino, che determinò in modo del tutto peculiare l’organizzazione sociale, il rapporto con la tradizione e la relazione tormentata con le popolazioni tra le quali gli ebrei vivevano. A questo irripetibile universo sociale e culturale, gli intellettuali ebrei di fine Ottocento hanno dato il nome di yiddishkeit, dalla lingua comune che ha unito un popolo disseminato in un’area vastissima.
Le ballate e canzoni yiddish che vi proponiamo possono essere meglio comprese se presentate e inquadrate all’interno dell’orizzonte storico in cui sono nate. Per questa ragione, vogliamo vogliamo offrire delle indicazioni pensate per trasformare questo approfondimento in una sorta di “viaggio” nella musica e nella cultura yiddish. È in Renania che quasi mille anni fa nasce il canto popolare yiddish da una tradizione musicale vecchia di duemilacinquecento anni. È però intorno al XV secolo che gli Ebrei dell’Europa orientale cominciano a organizzare piccoli gruppi musicali che vagabondano di paese in paese celebrando le varie ricorrenze religiose o sociali. La musica dei klezmer, musicisti ebrei professionisti o semi professionisti, è la musica strumentale tradizionale degli ebrei dell’Europa Orientale di parlata yiddish e le sue origini si perdono nel medioevo. Nell’Europa occidentale e centrale la tradizione dei klezmer si è praticamente estinta nella prima metà del XIX secolo, per fare nuovamente la sua comparsa intorno al 1970. Il klezmer è patrimonio e prerogativa di musicisti che per scelta o costrizione sono in continuo movimento. I klezmorim erano musicisti itineranti che portavano la musica secolare (vocale e strumentale) nei matrimoni e nelle feste; i loro strumenti erano violini, viole, il cimbalom, flauti, ottoni e percussioni. Legato al destino della sua gente, il klezmer ha subito ogni sorta di vessazione: proibizioni, revoche delle proibizioni, revoche delle revoche. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli ebrei sopravvissuti e sbarcati in America hanno fuso questo genere con il jazz e il blues dando vita a ritmi adatti al ballo, molto dinamici e suonati con particolare trasporto.
Cliccando sulle note musicali avrete l’occasione di ascoltare e conosce le sfumature della cultura musicale Klezmer attraverso i brani selezionati dal M° Giannantonio Ippolito, un repertorio sopravvissuto alla distruzione che non deve essere dimenticato.