Teatro alla Luig. Domenica 20 marzo “Le ali del desiderio”

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Scene del dramma le Ali del desiderio
Scene del dramma le Ali del desiderio

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Ingresso libero

L’ultima delle pomeridiane dell’inverno 2016 alla Luig prevede la rappresentazionealideldesiderio2alideldesiderio2 de “Le ali del desiderio” con la Compagnia delle Maschere Nude*

per la regia di

Andrea Di Giovannantonio

 con

Davide Braccini

Andrea Di Giovannantonio

Anna Maria D’Agapito

Elisa Giuliani

Arianna Fioravanti

 e con la partecipazione di Federica Mauri

 alideldesiderio2“Le ali del desiderio” è un’opera che fonde in sé parole, emozioni e contesti differenti, lontani. Le parole de “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello si accavallano a quelle di “Der himmel über Berlin” di Wim Wenders. Le vicende narrate dal protagonista diventano quelle dell’uomo qualunque, di qualunque Uomo. La coscienza della morte imminente diventa il pretesto per osservare il mondo con occhi nuovi, con cuore nuovo. Nel momento in cui la fine si avvicina, è come se si tornasse all’inizio. L’uomo torna bambino. Pensa, sente, vede come un bambino. Tutto sembra semplice, naturale. La stessa morte non è che un respiro della vita. Cambiare prospettiva; sdraiarsi a terra o salire sopra un albero, fermarsi, scrutare, captare, rapire; perdersi nel bisbiglio, nei battiti, nel ticchettio; dar peso a ciò che è lieve e leggero, alla sfumatura, al dettaglio. Vivere la vita. Quella che è e sempre sarà. La morte dell’uomo non è la morte dell’Uomo. La vita continua. Come in un circo, a teatro o al cinema. Sempre si ripete lo stesso numero, la stessa parte, la stessa scena. Sempre nello stesso modo. Ogni volta in modo nuovo.

La rappresentazione racchiude l’ultimo passo di un lungo viaggio. Un percorso che, partendo dalla maturità, giunge all’infanzia, a “quando il bambino era bambino”. Compagni di strada diventano figure impalpabili, presenze-assenze, spiriti. Personaggi di un mondo bambinesco, onirico. Un presentatore, un clown, una trapezista, angeli non vivi, eppure legati indissolubilmente alla vita. L’arena sabbiosa diventa un carillon in cui la voce, lo sguardo, la carezza, innalzano un lieve e delicato inno all’Essere. Sotto le flebili luci del circo, il desiderio comune riesce a legare storie lontane e diverse, al di là dello spazio e del tempo, facendole fluttuare leggere nell’aria. “Solo lo stupore su di me”, lo stupore per la vita che vive, per i ricordi, i sogni, le speranze, l’amore. Un intimo dialogo fra immaginazione e realtà. Un flusso di coscienza che abbraccia mondi e tempi distanti, stringendoli stretti al cuore.

* http://www.montecelio.net/montecelio/compagnia-delle-maschere-nude.htm